Ilbono

Panorama
Panorama

Ilbono è un paese incantevole e laborioso. Collocato ad appena quattro km di distanza da Lanusei, con cui non esiste quasi soluzione di continuità, conserva orgogliosamente la sua autonomia amministrativa fondata su un patrimonio economico e linguistico del tutto originale.   Clicca qui per vedere una galleria di ulivi secolari a Ilbono

Centro storico.
Centro storico.

Adagiato ai piedi delle ultime propaggini del Gennargentu, Ilbono conta circa 2400 abitanti, ed è situato a quasi 500 m slm. Caratteristico dal punto di vista storico-architettonico, Ilbono è immerso in una vegetazione ricca di vigneti ed uliveti che ne fanno la sua attrazione più caratteristica. L'olio ed il vino che vi vengono prodotti sono ri-nomatissimi fin dai secoli scorsi, al punto che l'Angius (che scrive nel primo quarto dell'Otto-cento) li considerava i migliori della Sardegna. 

Il paese possiede un interessante centro storico, sviluppatosi intorno all'antichissima Piazza di Funtana de Idda, verso la quale convergono ancora oggi tutte le strade, alcune strettissime e ciottolate, altre più larghe, per consentire un tempo ai carri a buoi di passare. Su queste viuzze si affacciano le case antiche, con le finestre minuscole e senza vetri, gli artistici balconi di ferro battuto, i grandi portoni di legno.

Gli abitanti di Ilbono sono bravissimi ed abili artigiani come dimostrano i numerosi laboratori in cui si lavora artisticamente il ferro e la pietra. Seguendo le antiche tradizioni, in paese si producono delle vere e proprie specialità alimentari di grande piacevolezza, come il pistoccu e i culurgiones. Questa terra d'artisti ha dato la vita - tra l'altro - ad uno dei più noti pittori sardi del Seicento, le cui opere sono ancora visibili in molte chiese della Sardegna.

La chiesa di s. Cristoforo
La chiesa di s. Cristoforo

Il paese ha una forte tradizione religiosa: risalgono infatti al periodo bizantino (come dimostrano studi molto recenti)gli impianti originari delle due chiese campestri di San Rocco e di San Pietro (di cui restano, pur-troppo, soltanto i ruderi, e al XVII secolo circa quella di San Cristoforo, che sovrasta il paese e la cui piazza ai primi di settembre si anima per i festeggiamenti in onore del santo.

La Madonna delle Grazie
La Madonna delle Grazie

La chiesa parrocchiale è dedicata a San Giovanni Battista e custodisce l'antica e pregevole statua della Madonna delle Grazie (recentemente restaurata), di fattura tardori-nascimentale di ambito spagnoleggiante, alla quale è dedicata una delle sagre più sentite dalla popolazione. La prima domenica di luglio il simulacro viene fatto sfilare in processione lungo le vie del paese su un carro trainato dai buoi e scortato dai fedeli in costume tipico. La processione ricorda la tradizione secondo la quale la cassa che conteneva al proprio interno la statua approdò misteriosamente sulla spiaggia di Cea; grande fu la sorpresa  dei contadini provenienti dea vari paesi della zona che non riuscirono a mettersi d'accordo sulla chiesa parrocchiale in cui portarla. Fu, così, deciso di collocarla su un carro trainato da buoi indomiti, con l'accordo che il simulacro sarebbe diventato proprietà della chiesa del paese in cui il loro viaggio fosse terminato. Fu così che misteriosamente, la statua giunse ad Ilbono dove fu immediatamente venerata per i suoi prodigi. 

Nuraghe di Scerì
Nuraghe di Scerì

Nell'area archeologica di Scerì si trova un importante insediamento di epoca nuragica, che comprende numerose capanne circolari desti-nate ad uso abitativo e produt-tivo, di cui solo alcune sono state interessate da indagini scientifiche, e un imponente nu-raghe complesso, situato su un torrione granitico sul punto più alto della collina dove sorge l'insediamento. Il nuraghe è formato dalla torre centrale e da diverse altre strutture (XV-XII secolo a.C.).

Tombe a domus de janas
Tombe a domus de janas

Nell'area di Scerì sono presenti anche abbondanti tracce di epoca neolitica, testimoniata in primo luogo dalla presenza di alcune tombe a domus de janas, di tipo monocellulare, scavate anche in grandi massi erratici di granito. Le indagini archeologiche hanno portato alla luce abbondanti materiali di questo periodo, forse collegati alla frequentazione a scopo funerario del sito che è sicuramente uno dei più interessanti della zona e che attende ancora di essere compiutamente esplorato.

Per saperne di più

 

 

 

 

 

T. Loddo, Ilbono. Oltre la memoria, Domus de Janas ed., Cagliari-Selargius, 2009